Una buona organizzazione della giornata di lavoro a casa migliora le prestazioni e tiene alla larga lo stress e il senso di frustrazione da isolamento.
Cos’è lo smart working? Smart working significa lavoro agile o, letteralmente, lavoro intelligente. Non si tratta di un’innovativa tipologia contrattuale, bensì di una nuova modalità di concepire il lavoro.
Lo smart working propone un nuovo modello di organizzazione del lavoro, fondato sostanzialmente su due concetti cardine:
- flessibilità, sia negli orari che nei luoghi di lavoro;
- fiducia, il pilastro fondamentale su cui poggia il rapporto tra datore di lavoro e dipendente
L’idea alla base dello smart working è di concedere al lavoratore la possibilità di poter lavorare da casa, utilizzando tutti gli strumenti di lavoro adeguati alle proprie esigenze (pc portatile, linea wi-fi, documenti condivisi, applicazioni per le riunioni come ad esempio Skype ).
Naturalmente, l’obiettivo dello smart worker è comune a quello del lavoratore che opera dalla propria postazione di lavoro in azienda, vale a dire il raggiungimento dei risultati stabiliti.
Smart working: i benefici
Utilizzando le evidenze raccolte dall’Osservatorio del Politecnico di Milano attraverso questionari e casi pilota, si può stimare l’incremento di produttività per un lavoratore derivante dall’adozione di un modello “maturo” di smart working nell’ordine del 15%.
Il lavoro agile permette inoltre una migliore conciliazione lavoro-famiglia: avendo la possibilità di lavorare da casa, si possono anche svolgere quei servizi che la routine quotidiana non permette di fare.
Gli svantaggi dello smart working
Lo smart working può essere connesso anche ad alcuni rischi, sia personali, sia contestuali all’ambiente in cui ci si trova a lavorare.
Il più immediato è certamente la tendenza a procrastinare. Stare a casa tutto il giorno può provocare un’iniziale difficoltà nella gestione del proprio tempo e nella creazione di un ambiente che minimizzi le distrazioni.
È quindi fondamentale selezionare le persone più adatte a svolgere lavoro a distanza, in grado di elargire quantomeno lo stesso livello di performance di quello abituale. Per alcune persone, però, “l’investitura” potrebbe sortire un effetto responsabilizzante spingendo la persona a offrire un livello di performance superiore a quello abituale.
Infine lo smart worker può sentirsi sottovalutato e distante dal team.
Consigli per tenere lo stress sotto controllo
Attraverso lo smart working l’azienda compie un passo in avanti verso il riconoscimento dei bisogni profondi dei propri collaboratori.
Pianificare videochiamate e incontri che garantiscano il senso di collaborazione fra colleghi, non potrà che favorire il benessere nell’ambiente di lavoro virtuale ed eviterà di generare sentimenti di esclusione.
Pianificare le pause di 15 minuti ogni due ore, in cui ci si possa muovere, fare esercizio, rilassarsi. Ci si può aiutare anche organizzando pranzi appaganti e sani, che aiuteranno ad affrontare il pomeriggio con energia.
Dotarsi degli strumenti adeguati: la prima condizione per lavorare bene e mantenere alta la produttività anche in smart working è sicuramente avere la strumentazione adeguata. È necessario utilizzare gli strumenti adatti per poter gestire le comunicazioni, la condivisione di informazioni e lo svolgimento delle attività anche da remoto.
Mantenere routine e orari inalterati, soprattutto in casi di smart working prolungato, è utile provare a mantenere gli orari abituali di tutte le giornate lavorative. Questo espediente consente di reagire bene e mantenere la mente fresca e reattiva.
Evitare le distrazioni, sia legate ad eventuali faccende di casa, sia legate alla molteplicità di attività lavorative da svolgere. Ancora una volta entra in gioco l’organizzazione, a cui si aggiunge una buona dose di volontà (nonchè di rispetto e responsabilità verso l’azienda e i colleghi) per portare a termine i progetti avviati senza perdersi in altre cose.
Una buona organizzazione della giornata di lavoro a casa migliora le prestazioni e tiene alla larga lo stress, nonché il senso di frustrazione da isolamento.
La normativa di riferimento
Da maggio 2017 esiste finalmente una normativa specifica che regola lo smart working. La legge 2233B in materia di lavoro autonomo afferma che possono beneficiare del lavoro agile i lavoratori dipendenti, con contratto a tempo determinato o indeterminato.
Il trattamento economico e normativo riconosciuto allo smart worker non deve differire da quello applicato ai dipendenti tradizionali.
In un periodo di emergenza sanitaria nazionale da coronavirus come quello vissuta nel 2020, l’attività lavorativa domiciliare è stata accordata, con un apposito decreto, a tutti i dipendenti delle aziende situate nelle zone a rischio, senza necessità di sottoscrivere un apposito contratto e affrontare una lunga trafila burocratica.
La Regione Lombardia ha addirittura acconsentito ad estendere lo smart working anche ai tirocinanti, per prevenire e fronteggiare efficacemente il rischio di contagio.