Social media: crolla Facebook, continua l’ascesa di Google

Tempi difficili per il social media di Mark Zuckerberg, ormai surclassato dal colosso Google. Come sarà cambiato il web marketing da questa rivoluzione in atto nei social media?

Social media: crolla Facebook, continua l'ascesa di Google

La scorsa settimana, su LinkedIn, mi sono imbattuto in un interessante grafico condiviso da Riccardo Scandellari (guru del web marketing e fondatore del blog www.skande.com). In una sola immagine è riassunto il cambiamento epocale che stanno attraversando i social media e, con essi, il web marketing.

Dal grafico emerge il calo del gruppo Facebook (in blu) e l’incessante ascesa del gruppo Google (in arancione). Non se la passano molto meglio Snapchat, le cui funzioni sono state ormai riassorbite da Instagram, e Twitter, ormai in caduta libera.

A dire il vero non è una grande novità. Tanto gli utenti comuni quanto gli addetti ai lavori si sono accorti da tempo di un progressivo spostamento delle dinamiche della rete in favore di piattaforme più coinvolgenti, interattive ed immediate. A beneficiarne sono stati soprattutto i social media visivi, quali Instagram e YouTube. In altre parole, ai contenuti scritti e riflessivi si preferiscono contenuti immediatamente fruibili, che richiedono un costo di attenzione minore.

Neanche l’acquisto di Instagram e WhatsApp da parte di Facebook è riuscito a risollevare il colosso creato da Mark Zuckerberg. Se separassimo Instagram (il re incontrastato del visual storytelling) e WhatsApp (che, nonostante la concorrenza di Telegram, resta ancora oggi la più diffusa piattaforma di messaging) da Facebook, il crollo del social fondato nel 2004 sarebbe ancora più evidente. È ancora presto per dirlo con certezza, ma difficilmente il nuovo algoritmo del social media nato nei College americani riuscirà a risollevarne le sorti.

Questo vero e proprio cambiamento di paradigma porta con sé delle implicazioni enormi. Non vogliamo trasformare questo articolo in un trattato di antropologia o sociologia dei media; ci limiteremo piuttosto a dare qualche consiglio a tutte quelle PMI che possono veder vanificati i propri sforzi da questo cambiamento di trend.

Il rischio, infatti, è che centinaia di aziende medio-piccole vedano andare in fumo investimenti e sacrifici fatti negli ultimi anni. Anni nei quali a tutti si diceva di aprire un blog aziendale. Nei quali sembrava che senza una pagina Facebook non si potesse andare da nessuna parte. E quindi giù ad assumere stagisti che si occupassero di social media marketing e a pagare profumatamente web agencies per ottenere qualche like in più.

Cosa fare, allora, per non rendere inutili gli investimenti (economici e non solo) fatti?

Antoine Lavoisier una volta disse: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Questo vale anche per il web marketing.

Gli investimenti fatti finora hanno consentito a centinaia di PMI di farsi trovare sul web e di ottenere un incredibile ritorno in visibilità e in traffico. Nei prossimi anni la parola chiave sarà diversificazione. Pur senza abbandonare Facebook, sarà quindi importante trasferire il bagaglio di conoscenze e skills maturate in un nuovo ambito, quello dei social media visivi, nei quali il visual storytelling la fa da padrone. Ciò significa imparare a comunicare attraverso le immagini e i video, emozionare con una foto e curare al meglio la composizione dell’immagine. Naturalmente sarà necessario anche sviluppare nuove competenze: pensiamo ad esempio all’editing video per chi intendesse puntare su YouTube, una delle piattaforme più utilizzate soprattutto tra i giovani.

Allo stesso modo, siamo fermamente convinti che questo cambiamento di paradigma non danneggerà il contenuto testuale. Anzi: probabilmente nei prossimi anni i blog vivranno una nuova fase di crescita. Sarà sempre più importante ragionare in ottica crossmediale, affiancando alla parola scritta una bella immagine e, magari, anche un video realizzato in maniera professionale.

Qualcuno una volta disse:

Content is king.

Qualunque mezzo si decida di utilizzare.

Quel qualcuno era Bill Gates.

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